05
Ago 2020

E’ un lino speciale, varietà Eden, coltivato in Egitto secondo procedimenti di duemila anni fa. Seminato ad aprile, in pieno lockdown da coronavirus 19, in Val Gandino, nella provincia di Bergamo, città particolarmente colpita dalla pandemia, è stato raccolto nei primi giorni di agosto da un gruppo di 15 giovani dei comuni bergamaschi di Peia e della stessa Gandino, impegnati nel progetto “Il tessuto, la reliquia del mondo”. Questa prima messe servirà infatti a tessere 600 metri di tela utile a realizzare 100 copie ufficiali della Sindone, presumibilmente pronte entro la Pasqua del 2021 e destinate a chiese e musei di tutti e cinque i continenti. La prima di esse raggiungerà il Museo della Bibbia di Washington, centro espositivo che vanta oltre 8 milioni di visitatori all’anno, e che proprio in febbraio inaugurerà, grazie a una collaborazione con il Centro Internazionale di Studi sulla Sindone di Torino, una sezione permanente completamente dedicata alla Sindone.

Cultura e coltura del lino

L’iniziativa, che punta a ripristinare e valorizzare la centenaria tradizione della coltura e cultura del lino nella zona, vede capofila il Comune di Peia e Gandino, con il sostegno di GAL Valle Seriana e dei Laghi Bergamaschi ed Uniacque. Ad avvallarla sin dalle battute iniziali il Museo della Sindone di Torino insieme con il Centro Internazionale di Studi sulla Sindone, che sempre a Torino ha sede. Il CISS si occuperà direttamente della stampa digitale delle copie sindoniche, servendosi della sua ditta di fiducia, la Alux Nova di Lucca, che ha già in carico la lavorazione delle copie sindoniche su cotone. E sempre il CISS si farà garante, una volta che i teli abbiano raggiunto Torino, della loro numerazione con QR code e certificazione. Il progetto dovrebbe culminare con un convegno sulla Sindone, da organizzare in Val Gandino.

Lino antico della Val Gandino per 100 copie della Sindone

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