Letture spirituali

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“Fortuna grande la nostra, se questa … effigie della Sacra Sindone ci consente di contemplare qualche autentico lineamento dell’adorabile figura fisica di nostro Signore Gesù Cristo, e se davvero soccorre alla nostra avidità, oggi tanto accesa, di poterlo anche visibilmente conoscere! –con queste parole Papa Paolo VI ha salutato l’Ostensione televisiva del 1973 – Raccolti d’intorno a così prezioso e pio cimelio – ha proseguito il pontefice – crescerà in noi tutti, credenti o profani, il fascino misterioso di Lui, e risuonerà nei nostri cuori il monito evangelico della sua voce, la quale ci invita a cercarlo poi là, dove Egli ancora si nasconde e si lascia scoprire, amare e servire in umana figura.”

Ritratto, per chi crede, del Figlio di Dio, la Sindone si offre comunque a tutta l’umanità come rimando immediato alle sofferenze della Croce. Una testimonianza che aiuta in primo luogo a meditare sulla drammatica realtà della Passione di Gesù. E ben lo ricorda Papa San Giovanni Paolo II che non a caso la definisce “specchio del Vangelo“.

Per Papa Benedetto XVI la Sindone è l’icona stessa del Sabato Santo. “Cari fratelli – ha riflettuto davanti al Lino – l’umanità è diventata particolarmente sensibile al mistero del Sabato Santo. Il nascondimento di Dio fa parte della spiritualità dell’uomo contemporaneo, in maniera esistenziale, quasi inconscia, come un vuoto nel cuore che è andato allargandosi sempre di più. E tuttavia la morte del Figlio di Dio, di Gesù di Nazareth, ha un aspetto opposto, totalmente positivo, fonte di consolazione. E questo mi fa pensare al fatto che la Sacra Sindone si comporta come un documento fotografico, dotato di un positivo e di un negativo… il mistero più oscuro della fede è nello stesso tempo il segno più luminoso di una speranza che non ha confini. E la Sindone sta a testimoniare precisamente quell’intervallo unico e irripetibile in cui Dio, in Gesù Cristo, ha condiviso non solo il nostro morire, ma anche il nostro rimanere nella morte. La solidarietà più radicale“.

Di qui l’invito lanciato da Papa Francesco di fronte alla Sindone: “Lasciamoci dunque raggiungere da questo sguardo, che non cerca i nostri occhi ma il nostro cuore. Ascoltiamo ciò che vuole dirci, nel silenzio, oltrepassando la stessa morte. Attraverso la Sacra Sindone ci giunge la Parola unica ed ultima di Dio: l’Amore fatto uomo, incarnato nella nostra storia; l’Amore misericordioso di Dio che ha preso su di sé tutto il male del mondo per liberarci dal suo dominio”.