Chi siamo

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Il Museo della Sindone di Torino, allestito nella cripta della chiesa del SS. Sudario, è il luogo stabilmente destinato non solo alla devozione, ma anche alla divulgazione, allo studio e alla conoscenza del Sacro Lino. Al di fuori delle periodiche ostensioni o della cappella del Duomo di Torino in cui è custodito ma non visibile, è soprattutto qui che è possibile accostarsi al Telo in modo approfondito.

Inaugurato in veste rinnovata il 15 aprile 1998 dall’allora Arcivescovo di Torino, card. Giovanni Saldarini, il Museo offre un’informazione completa sulle ricerche sindonologiche dal ‘500 ad oggi, cogliendone gli aspetti storici, scientifici, devozionali e artistici.

In particolare, un’ala è dedicata a un percorso scientifico che illustra l’evoluzione delle ricerche iniziate oltre un secolo fa, nel 1898. Le indagini scientifiche, che vengono documentate nel Museo, rendono conto dei numerosi sforzi di leggere la Sindone e di svelarne i misteri. Il percorso culmina nella stupefacente immagine tridimensionale del volto dell’Uomo della Sindone elaborata nel 1978 dall’equipe guidata da Giovanni Tamburelli. Ampio spazio è dedicato a ulteriori studi: sul tessuto, sulle microtracce (pollini, sangue, aloe, mirra, aragonite…) ecc. Completano l’excursus testimonianze sulle indagini medico-legali e sull’analisi iconografica.

L’altra parte del museo (il percorso storico) traccia la storia – quella ipotetica e quella certa – della Sindone e della sua venerazione a partire dalla seconda metà del XV secolo, quando il Lenzuolo divenne proprietà di Casa Savoia. In questa sezione, di estremo valore risulta la cassetta utilizzata per il trasporto definitivo della Sindone a Torino nel 1578. Gioiello del museo è poi la cinquecentesca teca in argento e pietre dure che ha conservato la Sindone a partire dalla fine del 500 fino al 11 aprile 1997, giorno dell’incendio della cappella del Guarini nel Duomo di Torino.

Nella sezione fotografica è conservata l’intera serie delle fotografie ufficiali della Sindone, tra cui le prime fotografie scattate da Secondo Pia nel 1898, quelle di Giuseppe Enrie del 1931, la prima immagine a colori di Giovanni Battista Judica Cordiglia del 1968, le fotografie scientifiche dello STURP del 1978, quelle di Gian Durante del 1997, 2000 e 2002 e le fotografie digitali in alta definizione di Hal9000 del 2008.

La visita è preceduta da un video in cinque lingue che accoglie i visitatori e offre una lettura analitica dell’immagine sindonica.

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