31
Mag 2019

Sindone, icona di fede e mistero per la scienza. Sul filo dei molteplici interrogativi irrisolti sollevati dal Telo si è tenuto il seminario organizzato venerdì 31 maggio dall’Ordine degli ingegneri di Torino, nella sede di via Giolitti 1 a Torino, in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi sulla Sindone. L’incontro ha conferito tre crediti formativi nell’ambito della formazione permanente.

Davanti alla platea degli ingegneri hanno parlato  il professor Gian Maria Zaccone, storico, direttore del Centro Internazionale di Studi sulla Sindone, e docente di Storia della Sindone e delle reliquie all’Università Pontificia Regina Apostolorum; il prof. Nello Balossino, vicedirettore del CISS e direttore del Museo della Sindone, docente di Elaborazione di immagini e Informatica investigativa all’Università, consulente di criminologia forense per la Procura della Repubblica; il prof. Paolo Di Lazzaro, vicedirettore del CISS, fisico e dirigente di ricerca presso il Centro Ricerche Enea di Frascati; il dr. Enrico Simonato, chimico, segretario del CISS e membro della Commissione Diocesana per la Sindone; la prof.ssa Paola Iacomussi, ricercatrice presso l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM), docente universitario e membro del CISS. Al gruppo del CISS si affiancherà l’ingegnere elettronico Stefano Masiello di Thales Alenia Space, dal 2003 membro del gruppo tecnico per la conservazione della Sindone.

“Il seminario – si legge nella presentazione dell’incontro – ha lo scopo di fare il punto sui risultati scientifici ottenuti sinora e sulle nuove tecnologie che potrebbero portare a un progresso nella comprensione di questo enigma al limite tra spiritualità e scienza”. Informatica, chimica, fisica, unite alle più recenti tecniche investigative costituiranno il campo multidisciplinare su cui si muoverà l’indagine. Tutto “per contribuire a formulare ipotesi plausibili sulla formazione dell’immagine sindonica”. Ed è in particolare la datazione della Sindone effettuata nel 1988 con il metodo del radiocarbonio che non cessa di alimentare dubbi nei cenacoli degli addetti ai lavori.

Non meno interessante tema di approfondimento le tecniche di conservazione ed esposizione al pubblico questo tipo di reperti. Nel corso dell’incontro sono state analizzate da un lato le modalità con cui viene illuminato il Telo durante le esposizioni pubbliche – delicata operazione effettuata sotto al responsabilità del INRiM – dall’altro le specifiche di progettazione e realizzazione della teca climatizzata in cui è conservata la Sindone, opera affidata a Thales Alenia Space Italia. Proprio sulle tecniche di conservazione della Sindone si concentra del resto oggi l’attenzione degli scienziati. Perché La Sindone è un dono che si deve poter tramandare.

 

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